
Cantieri complessi, l’importanza della Bim Unit
Cantieri complessi, l’importanza della Bim Unit
Innovazione, digitalizzazione e multidisciplinarietà, dalla fase di ideazione e design, in studio, alla costruzione. La soluzione per noi si chiama Bim Unit. Una presenza continuativa e costante in cantiere: una squadra di progettazione residente, per lo sviluppo costruttivo e assistenza diretta all’impresa.
Questo è uno dei servizi che, come DVArea, proponiamo ai nostri clienti, per accompagnare la parte esecutiva del progetto, passaggio determinante per il controllo della qualità dell’opera. Plus che si rivela prezioso anche per il coordinamento dei diversi fornitori.
Secondo la nostra esperienza, come quella maturata nel cantiere di Chorus Life a Bergamo, più è complesso un lavoro, più la Bim Unit ed il suo apporto risultano determinanti per il successo dell’operazione.
Nel cantiere coordinato da Costim la squadra conta una ventina di unità e proprio grazie alla progettazione in Bim consente il controllo, la verifica, l’inserimento dei parametri e l’allineamento delle operazioni. Nello svolgimento del servizio, tra l’altro, agevoliamo molto il compito degli impiantisti, con risultati tangibili in termini di dialogo e coordinamento delle diverse discipline.
Il valore aggiunto della Bim Unit è per noi consolidato e possiamo affermare di aver superato la fase della sperimentazione. In sintesi, i punti di forza sono:
• la condivisione delle scelte progettuali e costruttive in progress con l’impresa, il cliente, la direzione lavori, la direzione artistica, con conseguente allineamento del progetto costruttivo;
• la verifica dell’esecuzione delle lavorazioni, senza attendere una campagna di rilievi sistematica. Con ricadute dirette sulla riduzione dei tempi di latenza cantiere – progettista;
• la collaborazione diretta tra il personale tecnico dell’impresa e quello della Bim Unit per la creazione di un ufficio tecnico di cantiere evoluto.
Un processo che per DVarea si va standardizzando e che diventa un servizio su misura per il cliente. Concretamente si dà un supporto proattivo per la progettazione costruttiva; si coordina la progettazione dei subappaltatori e fornitori, compresa quella tecnico in fase di esecuzione; si fa rilievo in campo; si monitorano i processi con verifiche di avanzamento; si restituisce al cliente un As-Built in progress; e si dà un supporto continuativo per la gestione tempi e costi attraverso modelli, processi e software dedicati. Sempre la Bim Unit si occupa della progettazione, approvazione, gestione delle varianti in corso d’opera e dell’As-Built finale, oltre che della redazione di modelli Bim per la fase di gestione e manutenzione.
Tra le criticità, la principale riguarda il fatto che tutta la filiera deve essere allineata per avere una maggiore fluidità nella gestione dei tempi, ma anche questa, per nostra esperienza, è in via di risoluzione. Un punto di debolezza che riguarda soprattutto i subappaltatori: si pensi ad esempio a chi ha a che fare con un appalto relativamente piccolo, che magari si approccia per la prima volta, o non lo ha mai fatto in modo sistemico, al mondo-Bim, che non richiede un semplice acquisto di software ma soprattutto una buona preparazione tecnica da parte dei professionisti.
Ovviamente ciò si scontra con il contesto italiano fatto principalmente di piccole e medie imprese che devono appoggiarsi a strutture come studi di progettazione o società di ingegneria. Più in generale quindi rimane il nodo della gestione dei costi e del know how all’interno delle aziende, e al momento solo quelle di grandi dimensioni riescono di fatto ad investire in questo senso.
Il Bim e la Bim Unit sono per noi un contributo alla transizione digitale, ma rimane molto da fare. I risultati sono sotto gli occhi di tutti, anche nella vita quotidiana. La tecnologia attualmente ci consente molte semplificazioni, agevolando processi e cambiando anche le modalità con cui prima accedevamo a determinati servizi. Per fare un esempio tra i tanti si pensi a come è stata gestita la medicina di base durante la pandemia con le ricette che arrivavano sul telefonino o la possibilità di scaricare il green pass dalle app. La tecnologia ha dimostrato una sua efficacia ed una sua stabilità. Partendo da ciò, possiamo dire che semplificazione e velocità sono due termini base della transizione digitale. Rimane l’urgenza e la necessità di educare le persone: rischiamo di accentuare le disuguaglianze di base, per questo è fondamentale una vera e propria formazione digitale. Anche nel campo specifico della progettazione architettonica e ingegneristica. L’intelligenza artificiale e la transizione digitale dovranno essere accompagnate da una crescita nella capacità del singolo di utilizzare tali strumenti, non si può pensare che funzionino come una sorta di pilota automatico. Ricordandoci sempre che le scelte e le responsabilità, rimangono in capo al singolo individuo, e dei professionisti nell’ambito specifico.
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Andrea Solazzi:
Co-founder DVArea e Presidente DVMEP.