Coaching: dalla teoria al caso studio. Due punti di vista a confronto.
Coaching: dalla teoria al caso studio. Due punti di vista a confronto.
La pratica di sviluppo personale e professionale applicata a DVArea: Alessandra Romanelli e Massimo Bersotti raccontano la genesi e gli esiti della collaborazione tra il team bresciano e il formatore.
Alessandra Romanelli, Associate DVArea. L’esperienza di DVArea come società benefit, coadiuvata anche dalla sua continua attività di ricerca e sviluppo, ci ha portati ad indagare la sostenibilità come uno di quegli ambiti che possono contribuire a migliorare la salute e il benessere delle persone.
Abbiamo compreso che i luoghi che viviamo quotidianamente hanno un effetto sui nostri stati d’animo: un corretto approccio alla progettazione quindi, mirato alla qualità del costruito, può influenzare positivamente il comportamento, i pensieri, l’umore di coloro che abiteranno quegli spazi.
Allo stesso modo, un corretto approccio alle relazioni migliora il modo di lavorare, di rapportarsi con i colleghi e i committenti. L’attitudine all’ascolto e l’attenzione ai bisogni degli altri sono altrettanto importanti, sia verso l’ambito lavorativo interno che verso l’esterno.
Governare la crescita, guardarsi dentro, riconoscere i propri limiti
Dal 2015 ad oggi quello che era un piccolo gruppo di giovani visionari è diventato un team di 120 professionisti dalle diverse caratteristiche e competenze. Prendere atto che alcuni meccanismi e metodi lavorativi utilizzati su uno standard medio piccolo non funzionano allo stesso modo su grande scala, è il primo passo da intraprendere verso il cambiamento e l’evoluzione aziendale. Partendo dal presupposto che, come sosteneva Eraclito, “Nulla è durevole quanto il cambiamento. Non c’è nulla di immutabile, tranne l’esigenza di cambiare”, ogni ecosistema che ambisce alla crescita deve darsi delle regole per gestire la sua trasformazione, partendo dal riconoscimento dei propri limiti.
La scelta di intraprendere un percorso di coaching: valorizzare i propri talenti, far crescere il proprio team
Come team DVArea, ci è apparso subito evidente che la crescita non potesse essere vissuta solo come una sommatoria lineare; era necessario creare un’infrastruttura di sostegno, darsi un’organizzazione che, seppur senza impostare un tradizionale modello piramidale, prevedesse l’individuazione di ruoli e responsabilità chiari.
Uno degli obiettivi che ci siamo dati è stato quello di lavorare dall’interno, creando consapevolezza e stimolando la crescita professionale di ciascuno dei collaboratori, cercando tra i componenti del team le attitudini e le competenze necessarie a ricoprire quei ruoli. Per far questo abbiamo scelto di intraprendere un percorso di coaching che permettesse a ciascuno di noi di prendere coscienza delle proprie potenzialità e superare i propri bias cognitivi, sviluppare un senso di appartenenza e di responsabilità per contribuire alla crescita della società, esserne parte attiva e, allo stesso tempo, ambendo a un benessere e a un equilibrio personale e lavorativo.
In questo senso la scelta del professionista è stata fondamentale. L’aver incontrato una persona con la quale si è instaurata da subito grande sintonia ci ha permesso di costruire insieme la tipologia di percorso a noi più consona e di strutturare gli incontri in modo da privilegiare il rapporto diretto, il confronto, la conoscenza reciproca anche tra membri del team che magari avevano avuto poche opportunità per dialogare.
L’esperienza del coaching, almeno per questa prima fase, sta per concludersi, ma il nostro cammino continua, come persone e come professionisti, con qualche strumento in più per perseguire i nostri obiettivi di miglioramento.
Massimo Bersotti, Business coach & Trainer. Negli ultimi tempi stiamo assistendo ad uno stato d’animo (è il termine più adatto che mi sovviene) particolarmente diffuso nelle dinamiche delle organizzazioni. Le aziende infatti riconoscono sempre più l’importanza di mettere al centro dei propri interessi ed obiettivi le persone, la qual cosa concretamente si traduce in termini di maggior propensione alla cura, alla vicinanza e all’ascolto delle esigenze dei propri collaboratori. Soprattutto nelle fasi di transizione che possono includere fusioni, acquisizioni, ristrutturazioni o crescite tanto significative quanto rapide, è essenziale fermarsi a pensare.
Pensare è la premessa indispensabile per un approccio efficace al cambiamento. E quale migliore approccio se non coinvolgere direttamente le persone in questo momento di riflessione? Quando i collaboratori sono coinvolti nella pianificazione e nell’attuazione concreta del cambiamento stesso, sono più propensi a sostenere la transizione e a contribuire al suo successo.
Training e coaching: gli strumenti che mettono le persone al centro
In questo scenario, due sono gli strumenti chiave ai quali pensano e ricorrono sempre più spesso le organizzazioni: il training e il coaching.
Il training rappresenta un momento formativo che, prima ancora e al di là dei contenuti, ha l’insostituibile merito di favorire la compresenza e l’interazione tra le persone: colleghi che magari “convivono” da tempo nella stessa azienda o nello stesso dipartimento senza in realtà essersi mai conosciuti veramente. Il confronto e la condivisione di tempo come di riflessioni creano una sorta di “zona franca”, all’interno della quale le persone ricevono e portano contributi a beneficio loro e delle loro organizzazioni.
Il coaching rappresenta una pratica di sviluppo personale e professionale mirata all’evoluzione individuale, in grado di tradursi poi in un valore tangibile per la persona come per l’azienda stessa. Sviluppo delle competenze, motivazione e gratificazione, crescita personale, aumento delle prestazioni, cultura aziendale propositiva sono alcuni degli effetti virtuosi che un buon percorso di coaching può generare.
La mia esperienza con il mondo DVArea
Fin da subito mi ha colpito la singolarità della dimensione di DVArea.
La fase di grande crescita che sta vivendo, con tutte le sollecitazioni e gli assestamenti del caso, ha spinto i vertici dell’azienda a sposare la causa della formazione e del coaching: la finalità era fornire un supporto che accompagnasse le proprie persone in un momento di particolare transizione. Da qui la decisione di pianificare sessioni sia individuali che in team che coinvolgessero tutti i collaboratori dell’azienda.
Le aree tematiche concordate sono state tre, corrispondenti alle tre dimensioni di competenze decisive per il successo di persone e organizzazioni:
– Capacità comunicativa e relazionale
– Time management
– Proattività individuale
Che le nostre sessioni rappresentino momenti preziosi per l’azienda e per le persone non sta a me dirlo; tuttavia ho spesso la sensazione di ricevere molto più di quanto io possa trasmettere a queste persone.
Quest’esperienza mi sta facendo conoscere visione e talento di rara caratura, nella quale sto vedendo crescere sempre più una “tensione” virtuosa tra queste persone: vogliono stare insieme per fare bene insieme, vogliono prendersi cura gli uni degli altri, vogliono continuare a vedere ciò che alla maggior parte degli individui sfugge, vogliono proiettarsi in un futuro prossimo che dispensi sempre più valore e benessere. Ebbene, solamente queste persone hanno la capacità e (mi permetto di aggiungere) la grande responsabilità di mantenere nel tempo questa condizione speciale ed unica.
È il dono più prezioso che ci si possa fare.
“La volontà sta alla grazia come il cavallo alla corsa” (Sant’Agostino)
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Alesandra Romanelli:
Associate DVArea.
Massimo Bersotti:
Business coach & Trainer